Un inciso nella rubrica, offerto da un’intervista a Luca Giuliano:
I giochi di narrazione hanno preso vita verso l’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, anche per effetto della spinta narrativa originata dal gioco di ruolo, ma con modalità che non avevano e non hanno nulla a che vedere con il gioco di ruolo in sé. L’esempio più famoso è Once Upon a Time di Marc Gascoigne (Atlas Games, 1994), un gioco di carte in cui i giocatori – con un sistema semplice di regole – raccontano insieme una favola utilizzando luoghi, personaggi, temi, oggetti tipici della fiaba (un po’ come se si prendessero in prestito le categorie di Propp).
Da allora ad oggi ne sono seguiti altri , in qualche caso utilizzando le carte, come Sì, Oscuro Signore!, di Fabrizio di Bonifacio e Massimiliano Enrico (2005), in altri con regolamenti più vicini al gioco di ruolo in senso proprio, come The Extraordinary Adventures of Baron Munchausen di James Wallis (1998) oppure al gioco da tavolo come Fabula di Jean-Louis Roubira (2010).
Inutile sottolineare l'universale successo raggiunto dal gioco di narrazione per raccontare la cronaca politica!
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